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2025

20. marzo 2025

webinar: Guerra fredda sui campi di ghiaccio svizzeri: Hockey su ghiaccio e geopolitica dal 1945

La guerra fredda non si è combattuta solo nella corsa agli armamenti, nelle guerre per procura o nella competizione economica e tecnologica, ma anche sulle piste di atletica e sui campi di ghiaccio. I successi sportivi erano considerati trionfi del sistema politico e sociale, e ci sono stati numerosi boicottaggi sportivi motivati politicamente. L’hockey su ghiaccio, con i suoi centri nevralgici in Nord America e nell’Unione Sovietica, è stato particolarmente colpito. Anche in Svizzera ciò si è fatto sentire: l’intensità delle partite con i Paesi del blocco orientale seguiva le fasi di escalation e distensione del conflitto Est-Ovest. Durante i mondiali del 1961 in Svizzera, ci fu uno scandalo quando la Repubblica Federale di Germania si rifiutò di giocare contro la RDT. Nel 1962, l’allenatore nazionale svizzero fu licenziato per appartenenza al Partito del Lavoro. Ai mondiali del 1971, i fischi ripetuti del pubblico svizzero contro l’inno sovietico suscitarono clamore internazionale. Tra il 1948 e il 1989, numerosi giocatori dalla Cecoslovacchia e da altri Paesi del blocco orientale fuggirono in Svizzera.
Negli ultimi quindici anni, l’hockey su ghiaccio è tornato a essere un elemento di “soft power” geopolitico, come dimostrano le sponsorizzazioni di club svizzeri da parte di oligarchi russi e aziende vicine allo Stato, i rapporti stretti tra il presidente svizzero della Federazione Internazionale di Hockey su Ghiaccio e il presidente russo, o i tentativi di espansione della Lega Continentale di Hockey russa in Svizzera.

Il webinar offre, attraverso l’hockey su ghiaccio svizzero, uno spaccato dell’intreccio tra sport e politica durante la guerra fredda e analizza le continuità fino ai giorni nostri.

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